Dicono di noi
Le testimonianze dei volontari italiani più significative
Vi riportiamo un estratto dal diario di Sergio, volontario in Bangladesh tramite YearOut , nella sua visita ai reparti di fisioterapia e all’ostello Rishilpi. “Presso il centro fisioterapico dei più piccoli ho provato una delle emozioni più forti di tutta la mia permanenza, e sì che ne ho avute tante… Mehrab è il bimbo che avevo tenuto in braccio il giorno del suo primo compleanno, solo una settimana fa. Non si muoveva, non aveva alcun riflesso, non girava lo sguardo. Ebbene, sono andato a trovarlo e l’ho trovato “riacceso”, seguiva con lo sguardo la mano della fisioterapista, muoveva le gambe e, cosa ancor più bella, mi stringeva leggermente un dito. Mi si è sciolto il cuore. Bravo Mehrab. Chissà come ti ritroverò tra qualche tempo, quando certamente tornerò a trovarti. Scosso per quanto ho potuto vedere, mi sono poi recato da Uzzal, per impratichirmi sul cricket, qui sport nazionale. Uzzal è un ragazzo speciale. Cresciuto ribelle in una famiglia poverissima, scappava spesso di casa, praticamente una capanna in un villaggio, per percorrere strade ignote e conoscere il mondo circostante. Spesso dormiva ai fianchi della strada perché non riusciva a tornare. Dovendo aiutare a sbarcare il lunario, a 10 anni saliva sugli alberi per tagliare i rami per conto dell’azienda elettrica di stato. Un giorno un ramo si è rotto così come la sua spina dorsale cadendo a terra. Da quel giorno è paraplegico ed ha avuto vita d’inferno. Parcheggiato dalla famiglia, alla Rishilpi, non si è perso d’animo, ha lottato con la forza che pochi di noi avremmo ed oggi Uzzal è laureato, gioca a cricket in Nazionale, è attivista per i diritti dei disabili (diritti inesistenti in Bangladesh), aiuta tutti in Rishilpi ed è esempio per tutti i bambini e ragazzi. A Seguire cena con bimbi disabili e ragazzi dell’ostello. Il mio sguardo va sempre oltre il mio tavolo, dove sono attorniato da Uzzal, Monica e molti dei ragazzi dell’ostello. Oltre, ci sono le mamme coraggio ed i loro pargoli che vivono all’interno di Rishilpi per curarli a tempo pieno e che mangiano qui in mensa sempre insieme ai ragazzi. Con i bimbi sempre in braccio: un boccone a loro ed uno ai bimbi, come mamma rondine nei nidi! Un gesto colmo di tenerezza. Per chiudere la serata gioiosa, in una grande sala predisposta all’uopo, hanno organizzato una Festa danzante. I ragazzi dell’ostello si esibiscono a turno in canti in Bangla in questa Sanremo esotica inaspettata e Shika ci ammalia con una danza bengalese meravigliosa con gesti lenti e raffigurazioni di vita quotidiana utilizzando dei ceri accesi. Un incanto per gli occhi.”
Ringraziamo Monica, di Educatori Senza Frontiere, per questo pensiero sulla sua esperienza presso la Rishilpi in Bangladesh: “La promessa di un viaggio che finalmente si realizza, dopo che la pandemia ci ha impedito di viaggiare per molto tempo. Mi sento piena di gratitudine per questo tempo trascorso nel Centro Rishilpi. Due settimane piene di scoperte, di incontri, di sguardi, di sorrisi, di strette di mano e abbracci sinceri. Accoglienza e speranza sono le due parole che riassumono quello che quotidianamente si vive in questo luogo, che da risaia é diventato, grazie al coraggio e alla perseveranza di Enzo e Laura, una vera e propria cittadella dell’accoglienza, ospitalità e dello sviluppo per acquisire dignita’. Qui non esistono persone con disabilità e i cosiddetti normodotati, non fa differenza che tu sia musulmano, hindù o cristiano, che tu sia bambino o adulto, uomo o donna, bengalese o straniero; qui tutti sono, siamo, innanzitutto e soprattutto esseri umani.
All’interno del Centro, con le sue tante attività, tutto ha il sapore dell’armonia, i fiori diversi e dai bei colori che abbelliscono i vialetti fanno da complemento ai saluti in bengalese, in inglese e qualche volta in italiano. Penso a quanto lavoro e dedizione ci siano voluti per costruire e ricostruire non solo i muri, ma anche le storie e le vite di tante persone. Ascolto i racconti di Laura, di Enzo e di Monica, che mi aprono una finestra sulla realtà del Bangladesh, soprattutto quella dei suoi figli più poveri ed emarginati. E poi ci sono loro, i ragazzi dell’ostello, frutti di un albero che ha le sue radici profonde nella speranza, alla quale tutti gli esseri umani hanno diritto. Loro sono capaci di regalare emozioni con grande semplicità, il gioco con una palla, una canzone, una poesia, un abbraccio e tante risate. Grazie ragazzi per la speranza che voi avete donato a me. Un grande ringraziamento va anche ai miei compagni di viaggio, Marta, Stefano, Silvia, Teresa, Marco, Simona e Carla, non dimenticherò i momenti conviviali, le chiacchiere serali e l’allegria condivisa nei viaggi sul pulmino della Rishilpi!”
Carla a ben 83 anni è al suo terzo viaggio in Bangladesh!
Lasciamo alle sue bellissime parole descrivere questa esperienza: “Sono passati tanti anni dall’ultimo viaggio e sono felice d’ aver colto questa occasione. Felice perché ho “intravvisto” i progressi fatti dallo Stato del Bangladesh ma soprattutto per aver visto quale miracolo si è realizzato alla Rishilpi. Il coraggio, l’abnegazione e la fede di Enzo e Laura hanno creato un ambiente ricco di iniziative volte ai più bisognosi siano essi emarginati perché fuori casta che portatori di disabilità: a questi, infatti, è data la gioia di svolgere al meglio il proprio lavoro. In questi primi giorni di contatti ho ammirato la serenità quasi palpabile che circola alla Rishilpi: gentilezza, generosità e com-passione aleggiano sopra tutta la comunità. Altrettanto ammirevole è la preparazione e la cura dei vari responsabili nei vari settori. Premetto che mi commuovo facilmente ma, constatare come tutta la Rishilpi sia protesa per un bene comune e cioè dare la possibilità a tutti di conoscere le proprie capacità per realizzarsi nella vita e con quale amore questo venga svolto, non può non lasciarmi indifferente; non posso trattenere la commozione per il sorriso dei bambini che ti guardano con quei meravigliosi occhioni neri, per le mamme innamorate dei loro figli con disabilità, per la generosità degli operatori. Indispensabile e di grande qualità è il depuratore dell’acqua. Funziona da 11 anni e dal 2017 può garantire acqua potabile a 50,000 persone all’esterno, così come, con filtri di sabbia, la garantisce alle scuole dei villaggi”. Grazie Carla!
Stefano è giunto in Bangladesh come volontario Rishilpi grazie alla collaborazione con YearOut e siamo felici di condividere con voi le sue bellissime parole:
“Già dal primo giorno mi sono sentito parte della famiglia come se fossi a casa mia da sempre. Ho visitato le scuole dall’asilo/elementari/medie ed infine il centro di fisioterapia per i bambini disabili, nel vederli ho ricevuto tanta di quella energia da illuminare la Terra intera. Insieme agli altri volontari siamo andati in mezzo alla foresta e abbiamo visitato due scuole elementari apprendendo molto sia nel comportamento verso il prossimo che verso gli imprevisti della vita. I bengalesi sono dei veri motivatori della essenzialità della vita!!! Sto accumulando tanta energia, ogni giorno esperienze ed emozioni nuove, gente nuova che si conosce, abitudini e culture che apprendiamo. Enzo e Laura hanno costruito una casa dove tutti sono accolti con Amore e insieme hanno creato una grande famiglia dove tutti si aiutano e si vogliono bene senza distinzione di religioni ed io ora ne faccio parte e ne vado orgoglioso è questa la casa dove vorrei vivere!” Grazie Bangladesh e grazie Rishilpi !
Vi riportiamo un estratto del diario di viaggio dei nostri amici Marco e Simona.
“Il viaggio è stato lungo e faticoso, ma la presenza di compagni di viaggio straordinari e l’accoglienza ricevuta da tutti i membri della Rishilpi ci ha decisamente ripagato di tutte le fatiche affrontate. Innanzitutto i bambini, disabili e non: ci hanno fatto sentire a casa, mostrandoci un affetto fuori dal comune.
Tra decine di foto, petali e collane di fiori ci siamo molto emozionati, tanto che abbiamo miseramente balbettato il nostro saluto in bengalese. Abbiamo visitato l centro principale della Rishilpi. Siamo rimasti esterrefatti dal vedere quante cose si realizzano, soprattutto per i bimbi disabili: c’è addirittura un centro di riabilitazione che non ha nulla da invidiare a quelli italiani! È bello vedere come tutto è di tutti, sia per i bimbi che per gli adulti: non è assistenzialismo ma il donare a tutti il recupero della dignità perduta. Abbiamo visitato due scuole di villaggio e è stato bello vedere questi bimbi tutti attenti ad ascoltare il maestro. In una scuola materna stavano studiando la lingua inglese e ogni bimbo scriveva sul proprio quaderno i nomi delle principali figure geometriche in inglese. Io mi sono messa in mezzo a loro, che mi parlavano come se io capissi tutto: è stato davvero emozionante percepire che non si sentivano per niente in soggezione. Mentre eravamo dentro le scuole, dalle finestre c’era il villaggio intero che osservava noi e i bambini: ci sentivamo come delle vere star! Abbiamo conosciuto Sumaya, la bimba disabile che io e Marco stiamo sostenendo a distanza. Nel percorrere i 30 km che separano la casa di Sumaya dalla sede principale della Rishilpi, ci siamo fermati a visitare il centro di riabilitazione nel quale la nostra bimba si reca ogni tanto: tutto molto bello e curato. Tuttavia, ciò che ci ha colpito maggiormente è stata la visita a casa di Sumaya: una piccola capanna di 4×4 metri, all’interno della quale dormono mangiano e vivono…davvero piccolissimo! Tutta la comunità ci ha accolto ed è stata una grande emozione. Grazie Sumaya, tu con la sua mamma e il villaggio intero ci avete insegnato che la dignità non si raggiunge con la ricchezza ma con il cuore e con l’amore per la vita”
Elena e Serena, due giovani neo laureate in terapia della neuro psicomotricità dell’età evolutiva, sono venute come volontarie in Bangladesh nel mese di Gennaio 2023, condividiamo la loro testimonianza:
“Venire in Bangladesh è stata una scommessa, un rischio che abbiamo deciso di correre subito dopo aver raggiunto il traguardo della laurea.
Faceva così paura l’idea di affrontare un lungo viaggio da sole, di non sapere cosa avremmo trovato e di non essere all’altezza del lavoro e delle persone che ci aspettavano. Ma questo timore è volato via subito, e con lui tutti i pensieri negativi, nell’istante in cui siamo arrivate alla Rishilpi e siamo state accolte da una miriade di sorrisi che ci lanciavano fiori.
Qui ci si sente a casa, parte di una famiglia così grande ma anche così vera, che l’amore si tocca con un dito, come fosse concreto. Qui l’amore lo si vede nei ragazzi dell’ostello che ci chiedono di giocare ogni momento e ci lasciano i ruoli più importanti anche se siamo scarse, che ci prendono in giro ma ci dicono anche che dobbiamo restare, o almeno tornare, perché non importa la lingua che si parla, l’amore è universale. Qui l’amore lo si vede nei ragazzi disabili che sono accolti perché hanno occhi che parlano più delle parole, perché quando sorridono il tuo cuore non può fare altro che traboccare di gioia. Qui l’amore lo si vede nelle mamme con i bambini, perché non mollano mai e trovano anche la forza di sorridere alla vita, cantando e ballando insieme a noi.
Qui l’amore si vede in Laura ed Enzo che non fanno mai un pasto da soli, perché la loro porta è sempre aperta ad accogliere. Si vede nei guardiani che ci salutano ogni volta che passiamo.
Si vede alla canteen che è un luogo di ritrovo e di condivisione, dove una pausa veloce per un caffè diventa una chiacchierata di mezz’ora.
Si vede nel Building nuovo che è in costruzione, perché l’amore fa fare grandi cose.
Si vede nei bimbi piccini dell’asilo, tutti vestiti di rosso, che ti rincorrono saltando in braccio perché i bimbi sono così spontanei quando si tratta di amore. Si vede nella scuola dei più grandi, tutti vestiti di blu, che si affacciano dalla finestra e ci guardano incuriositi incapaci di nascondere l’imbarazzo ogni volta che passiamo in cortile, salutandoci da lontano. Si vede alla bakery dove quando si passa si fa sempre un po’ di merenda, dove l’amore per la pasticceria permette di sfornare ogni giorno tipi di biscotti sempre nuovi. Il suo profumo raggiunge ogni angolo della Rishilpi e non può che farti venire la voglia di entrare.
Si vede al centro adozioni dove l’amore si moltiplica davvero, perché con poco cambiamo la vita di un bambino che non ne può nulla di essere nato dove è nato.
Si vede al workshop dove i desideri di noi fisioterapisti diventano realtà attraverso tutori e carrozzine per i ragazzi
Si vede alla wooden section, un po’ nascosta al di là del lago, dove poche persone riescono a costruire giochi, armadi e letti partendo da nulla
Si vede dai ciabattini che, chini sulle scarpe riparano anche i buchi più grandi, facendo del loro meglio con il materiale che c’è.
Si vede nei centri di fisioterapia, che abbiamo frequentato ogni giorno, dove tutto ruota attorno ai pazienti, dove non si smette mai di imparare, dove la voglia di trovare la soluzione migliore e di condividere conoscenze non manca mai.
Alla Rishilpi l’amore si vede in tutte le persone che si incontrano ogni giorno, che ti invitano a casa e che ti offrono tutto il cibo che hanno, facendoti sedere comodo. In Bangladesh accogliere è un’arte, ma l’amore rimane una magia.”
Grazie Elena e Serena!
Il 17 maggio 2021 L’Ambasciatore ha scritto un articolo sulla Rishilpi che abbiamo tradotto e siamo felici di condividere con voi: IL VIAGGIO DI RISHILPI – link pdf
Cristina, terapista neuro-psicomotoria, inviata dalla “Coop Sociale Chronos di Rivoli” ha tenuto una sessione di play therapy con 26 mamme dei bambini con una disabilità per aiutarle a dare il massimo dei benefici ai loro bambini, grazie al gioco. Il gioco è un linguaggio, il modo più naturale per esprimersi e la play therapy è antica quanto innovativa, perchè poco utilizzata, seppur di grande beneficio soprattutto per bambini affetti da autismo e iperattività.
Massimo: “L’autonomia e l’indipendenza che riusciamo a dare alle persone con una disabilità e la vera partecipazione della comunità locale nel richiedere gli interventi e nel realizzarli, la Rishilpi dà assistenza ma non crea assistenzialismo, i progetti hanno una durata ben definita e i locali devono essere in grado di proseguire”. Massimo rende fieri noi e tutti i nostri sostenitori! (nella foto con la maglietta bianca, al centro).
Noemi: “Grazie! Sono partita con l’idea di rendermi utile, per dare un senso al periodo che intercorre tra laurea e specializzazione e ho scoperto Rishilpi sulla base di una segnalazione avuta in un gruppo fb di medici. La prima fortuna è stata di viaggiare con Luisa, pediatra in pensione. Insieme abbiamo messo su un laboratorio di pediatria aperto la mattina per i bimbi della Rishilpi ma anche dei villaggi vicini. Quando sono partita c’era una lista d’attesa di 50 bambini! Abbiamo insegnato cose anche di base ma importanti relativamente all’igiene e alla salute. Nonostante l’arretratezza del paese, Rishilpi è all’avanguardia…si capisce subito dal numero delle persone con disabilità che lavorano, da come la disabilità viene integrata nella vita quotidiana, dall’attenzione all’integrità del nucleo familiare (ad esempio assumendo padre e madre e mettendo a disposizione l’asilo nido). E’ pazzesco che ci siano cose per cui noi lottiamo e che lì sono semplici. Quali sono le cose davvero difficili e quali quelle semplici? La visita ai villaggi mina le proprie certezze, tutti esprimono gratitudine,emerge uno sguardo tutto diverso che fa riscoprire la vita, questi bambini non hanno nulla ma dispensano sorrisi e abbracci”
Germana “1 mese e 4 giorni in Bangladesh ad assistere i bambini con disabilità a fianco di chi opera davvero con il cuore. Conosco la Rishilpi da 20 anni, avevamo adottato una bambina che poi è stata obbligata a sposarsi, ora ne abbiamo adottati 13 tra me, il mio compagno e le nostre famiglie. Amo andare in Bangladesh (e tra novembre e dicembre per me il meteo è perfetto!). Bisogna sostenere chi davvero aiuta i bambini. Ho tantissimi video da mostrare….” Grazie Germana di essere sempre al nostro fianco e di essere stata con noi in Bangladesh!
Giorgia ed Alice hanno fatto questo video per chi non è mai stato in Bangladesh! https://youtu.be/oIARpsjoP5U
Teresa (nella foto) per essere stata con noi in Bangladesh e averci lasciato questo video bellissimo! https://youtu.be/xTEaWeEXSkk
Alice “Dhonnobad”, “Grazie”: una delle prime parole che ho imparato appena arrivata in Bangladesh e forse una delle più significative, in grado di riassumere al meglio ciò che provo dopo quasi un mese di permanenza in questo magico paese.
Sono grata per ogni minuto vissuto qui alla Rishilpi, dove i sorrisi sono all’ordine del giorno e dove si incontra sempre qualcuno di nuovo, pronto ad accoglierti come se ti conoscesse da una vita.Mi sento di ringraziare la Rishilpi per avermi dimostrato come, anche nelle differenze che appaiono più invalicabili, si possano creare dei legami profondi e sinceri, come avviene tra Hindu, musulmani e cristiani, persone disabili e non, italiani e bengalesi, bambini e ragazzi, in un ambiente dove ognuno si sente responsabile dell’altro, dove l’individualismo e la competizione non sono di casa e dove le parole fratello e sorella si associano ai familiari come a uno sconosciuto che ti aiuta a spingere la carrozzella per un tratto di strada difficile” Nella foto Alice e Andrea.
Ezio: “Volevamo adottare un bambino a distanza ma nella ricerca non siamo stati molto fortunati, finchè un amico ci ha raccontato della Rishilpi. Abbiamo adottato una bimba” – Ezio dice “abbiamo” perchè l’adozione è intesa come da parte di tutta la famiglia -“Appena sono andato in pensione sono andato a vedere se la bimba che avevamo adottato c’era davvero! E c’era! Oltre a constatare che beneficiari e progetti sono veri, la cosa che mi è piaciuta di più della Rishilpi è stata l’apertura a tutte le religioni. Così sono entrato piano piano nell’associazione. Oggi non siamo solo una famiglia adottiva ma sosteniamo un progetto, l’ostello. Anche il sostegno al progetto è avvenuto per caso, ero in Bangladesh ed è venuto un frate missionario che ha portato un bimbo caduto da un albero, la Rishilpi lo ha inserito nel programma di adozione, l’anno successivo è arrivato un altro bimbo, sempre con problemi di mobilità e autonomia, sempre portato da un frate, a quel punto l’idea di un ostello per i bimbi con particolari necessità è stata la soluzione per poter inserire questi bambini nel sistema scolastico. L’istruzione è fondamentale per questi ragazzi. I ragazzi ospitati dall’ostello sono stati abbandonati dalle famiglie o comunque lasciati a loro stessi, dunque si tratta sempre di adozione a distanza. Shawon – il ragazzo ospitato dall’ostello che veniva da un villaggio ai limiti della foresta – oggi è un maestro, in sedia a rotelle ma autosufficiente. Lui è solo il primo a raggiungere il traguardo, gli altri, siamo certi, raggiungeranno i loro obiettivi. Quasi tutti gli anni vado in Bangladesh. Si parla del mal d’Africa, ma è inevitabile legarsi a questi luoghi ove le persone ti danno tanto senza chiedere nulla, non succede di certo solo in Africa!”.
Valeria è venuta a visitare la Rishilpi nel marzo 2019. Durante la sua visita ha potuto valutare le attività del progetto PACE finanziato da Strabordo Onlus. Ha lavorato con il team sanitario, formando lo staff in fisioterapia e ha fornito alcune linee guida al tecnico per realizzare dispositivi adeguati per le persone con disabilità. Il progetto PACE ha realizzato 297 dispositivi ortopedici. Valeria ha partecipato alla campagna sulla salute con gli studenti delle scuole.