Dicono di noi

Le testimonianze dei volontari italiani più significative

Elena e Serena,  due giovani neo laureate in terapia della neuro psicomotricità dell’età evolutiva, sono venute come volontarie in Bangladesh nel mese di Gennaio 2023, condividiamo la loro testimonianza:

“Venire in Bangladesh è stata una scommessa, un rischio che abbiamo deciso di correre subito dopo aver raggiunto il traguardo della laurea.
Faceva così paura l’idea di affrontare un lungo viaggio da sole, di non sapere cosa avremmo trovato e di non essere all’altezza del lavoro e delle persone che ci aspettavano. Ma questo timore è volato via subito, e con lui tutti i pensieri negativi, nell’istante in cui siamo arrivate alla Rishilpi e siamo state accolte da una miriade di sorrisi che ci lanciavano fiori.

Qui ci si sente a casa, parte di una famiglia così grande ma anche così vera, che l’amore si tocca con un dito, come fosse concreto. Qui l’amore lo si vede nei ragazzi dell’ostello che ci chiedono di giocare ogni momento e ci lasciano i ruoli più importanti anche se siamo scarse, che ci prendono in giro ma ci dicono anche che dobbiamo restare, o almeno tornare, perché non importa la lingua che si parla, l’amore è universale. Qui l’amore lo si vede nei ragazzi disabili che sono accolti perché hanno occhi che parlano più delle parole, perché quando sorridono il tuo cuore non può fare altro che traboccare di gioia. Qui l’amore lo si vede nelle mamme con i bambini, perché non mollano mai e trovano anche la forza di sorridere alla vita, cantando e ballando insieme a noi.

Qui l’amore si vede in Laura ed Enzo che non fanno mai un pasto da soli, perché la loro porta è sempre aperta ad accogliere. Si vede nei guardiani che ci salutano ogni volta che passiamo.
Si vede alla canteen che è un luogo di ritrovo e di condivisione, dove una pausa veloce per un caffè diventa una chiacchierata di mezz’ora.
Si vede nel Building nuovo che è in costruzione, perché l’amore fa fare grandi cose.
Si vede nei bimbi piccini dell’asilo, tutti vestiti di rosso, che ti rincorrono saltando in braccio perché i bimbi sono così spontanei quando si tratta di amore. Si vede nella scuola dei più grandi, tutti vestiti di blu, che si affacciano dalla finestra e ci guardano incuriositi incapaci di nascondere l’imbarazzo ogni volta che passiamo in cortile, salutandoci da lontano. Si vede alla bakery dove quando si passa si fa sempre un po’ di merenda, dove l’amore per la pasticceria permette di sfornare ogni giorno tipi di biscotti sempre nuovi. Il suo profumo raggiunge ogni angolo della Rishilpi e non può che farti venire la voglia di entrare.
Si vede al centro adozioni dove l’amore si moltiplica davvero, perché con poco cambiamo la vita di un bambino che non ne può nulla di essere nato dove è nato.
Si vede al workshop dove i desideri di noi fisioterapisti diventano realtà attraverso tutori e carrozzine per i ragazzi
Si vede alla wooden section, un po’ nascosta al di là del lago, dove poche persone riescono a costruire giochi, armadi e letti partendo da nulla
Si vede dai ciabattini che, chini sulle scarpe riparano anche i buchi più grandi, facendo del loro meglio con il materiale che c’è.
Si vede nei centri di fisioterapia, che abbiamo frequentato ogni giorno, dove tutto ruota attorno ai pazienti, dove non si smette mai di imparare, dove la voglia di trovare la soluzione migliore e di condividere conoscenze non manca mai.
Alla Rishilpi l’amore si vede in tutte le persone che si incontrano ogni giorno, che ti invitano a casa e che ti offrono tutto il cibo che hanno, facendoti sedere comodo. In Bangladesh accogliere è un’arte, ma l’amore rimane una magia.”

Grazie Elena e Serena!


Il 17 maggio 2021 L’Ambasciatore ha scritto un articolo sulla Rishilpi che abbiamo tradotto e siamo felici di condividere con voi: IL VIAGGIO DI RISHILPI – link pdf

 

 

 

 

 


Cristina, terapista neuro-psicomotoria, inviata dalla “Coop Sociale Chronos di Rivoli” ha tenuto una sessione di play therapy con 26 mamme dei bambini con una disabilità per aiutarle a dare il massimo dei benefici ai loro bambini, grazie al gioco. Il gioco è un linguaggio, il modo più naturale per esprimersi e la play therapy è antica quanto innovativa, perchè poco utilizzata, seppur di grande beneficio soprattutto per bambini affetti da autismo e iperattività.

 

 

 

 

 

 

 


 


Massimo“L’autonomia e l’indipendenza che riusciamo a dare alle persone con una disabilità e la vera partecipazione della comunità locale nel richiedere gli interventi e nel realizzarli, la Rishilpi dà assistenza ma non crea assistenzialismo, i progetti hanno una durata ben definita e i locali devono essere in grado di proseguire”. Massimo rende fieri noi e tutti i nostri sostenitori! (nella foto con la maglietta bianca, al centro).

 

 


 

Noemi: “Grazie! Sono partita con l’idea di rendermi utile, per dare un senso al periodo che intercorre tra laurea e specializzazione e ho scoperto Rishilpi sulla base di una segnalazione avuta in un gruppo fb di medici. La prima fortuna è stata di viaggiare con Luisa, pediatra in pensione. Insieme abbiamo messo su un laboratorio di pediatria aperto la mattina per i bimbi della Rishilpi ma anche dei villaggi vicini. Quando sono partita c’era una lista d’attesa di 50 bambini! Abbiamo insegnato cose anche di base ma importanti relativamente all’igiene e alla salute. Nonostante l’arretratezza del paese, Rishilpi è all’avanguardia…si capisce subito dal numero delle persone con disabilità che lavorano, da come la disabilità viene integrata nella vita quotidiana, dall’attenzione all’integrità del nucleo familiare (ad esempio assumendo padre e madre e mettendo a disposizione l’asilo nido). E’ pazzesco che ci siano cose per cui noi lottiamo e che lì sono semplici. Quali sono le cose davvero difficili e quali quelle semplici? La visita ai villaggi mina le proprie certezze, tutti esprimono gratitudine,emerge uno sguardo tutto diverso che fa riscoprire la vita, questi bambini non hanno nulla ma dispensano sorrisi e abbracci”

 


Germana “1 mese e 4 giorni in Bangladesh ad assistere i bambini con disabilità a fianco di chi opera davvero con il cuore. Conosco la Rishilpi da 20 anni, avevamo adottato una bambina che poi è stata obbligata a sposarsi, ora ne abbiamo adottati 13 tra me, il mio compagno e le nostre famiglie. Amo andare in Bangladesh (e tra novembre e dicembre per me il meteo è perfetto!). Bisogna sostenere chi davvero aiuta i bambini. Ho tantissimi video da mostrare….” Grazie Germana di essere sempre al nostro fianco e di essere stata con noi in Bangladesh!


Giorgia ed Alice hanno fatto questo video per chi non è mai stato in Bangladesh!  https://youtu.be/oIARpsjoP5U


Teresa (nella foto) per essere stata con noi in Bangladesh e averci lasciato questo video bellissimo! https://youtu.be/xTEaWeEXSkk

 

 

 

 


 

Alice Dhonnobad”, “Grazie”: una delle prime parole che ho imparato appena arrivata in Bangladesh e forse una delle più significative, in grado di riassumere al meglio ciò che provo dopo quasi un mese di permanenza in questo magico paese.
Sono grata per ogni minuto vissuto qui alla Rishilpi, dove i sorrisi sono all’ordine del giorno e dove si incontra sempre qualcuno di nuovo, pronto ad accoglierti come se ti conoscesse da una vita.Mi sento di ringraziare la Rishilpi per avermi dimostrato come, anche nelle differenze che appaiono più invalicabili, si possano creare dei legami profondi e sinceri, come avviene tra Hindu, musulmani e cristiani, persone disabili e non, italiani e bengalesi, bambini e ragazzi, in un ambiente dove ognuno si sente responsabile dell’altro, dove l’individualismo e la competizione non sono di casa e dove le parole fratello e sorella si associano ai familiari come a uno sconosciuto che ti aiuta a spingere la carrozzella per un tratto di strada difficile” Nella foto Alice e Andrea.

 


Ezio: “Volevamo adottare un bambino a distanza ma nella ricerca non siamo stati molto fortunati, finchè un amico ci ha raccontato della Rishilpi. Abbiamo adottato una bimba” – Ezio dice “abbiamo” perchè l’adozione è intesa come da parte di tutta la famiglia -“Appena sono andato in pensione sono andato a vedere se la bimba che avevamo adottato c’era davvero! E c’era! Oltre a constatare che beneficiari e progetti sono veri, la cosa che mi è piaciuta di più della Rishilpi è stata l’apertura a tutte le religioni. Così sono entrato piano piano nell’associazione. Oggi non siamo solo una famiglia adottiva ma sosteniamo un progetto, l’ostello. Anche il sostegno al progetto è avvenuto per caso, ero in Bangladesh ed è venuto un frate missionario che ha portato un bimbo caduto da un albero, la Rishilpi lo ha inserito nel programma di adozione, l’anno successivo è arrivato un altro bimbo, sempre con problemi di mobilità e autonomia, sempre portato da un frate, a quel punto l’idea di un ostello per i bimbi con particolari necessità è stata la soluzione per poter inserire questi bambini nel sistema scolastico. L’istruzione è fondamentale per questi ragazzi. I ragazzi ospitati dall’ostello sono stati abbandonati dalle famiglie o comunque lasciati a loro stessi, dunque si tratta sempre di adozione a distanza. Shawon – il ragazzo ospitato dall’ostello che veniva da un villaggio ai limiti della foresta – oggi è un maestro, in sedia a rotelle ma autosufficiente. Lui è solo il primo a raggiungere il traguardo, gli altri, siamo certi, raggiungeranno i loro obiettivi. Quasi tutti gli anni vado in Bangladesh. Si parla del mal d’Africa, ma è inevitabile legarsi a questi luoghi ove le persone ti danno tanto senza chiedere nulla, non succede di certo solo in Africa!”.


Valeria è venuta a visitare la Rishilpi nel marzo 2019. Durante la sua visita ha potuto valutare  le attività del progetto PACE finanziato da Strabordo Onlus. Ha lavorato con il team sanitario, formando lo staff in fisioterapia e ha fornito alcune linee guida al tecnico per realizzare dispositivi adeguati per le persone con disabilità. Il progetto PACE ha realizzato 297 dispositivi ortopedici.  Valeria ha partecipato alla campagna sulla salute con gli studenti delle scuole.

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